"Viviamo solo per scoprire nuova bellezza. Tutto il resto è una forma d'attesa."
K. Gibran
Sono Marzia Calvanelli, psicologa e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare.
Nella mia attività clinica mi pongo l'obiettivo di aiutare le persone a riattivare la loro naturale capacità di far fronte alle difficoltà, supportandoli nel ritrovare le risorse personali, che, in circostanze di particolare disagio, non riescono a riconoscere.
Opero in diversi ambiti di cura della persona.
Nell'ambito del sostegno alla famiglia svolgo attività di consulenza e psicoterapia familiare.
Organizzo, inoltre, percorsi di accompagnamento alla nascita e di sostegno alla genitorialità, con lo scopo di offrire spazi di condivisione e confronto per mamme e papà che affrontano le diverse fasi del ciclo di vita della famiglia: la nascita di un figlio, i cambiamenti dei ruoli all'interno del nucleo familiare e all'interno della società, l'adolescenza e le difficoltà di relazione genitori-figli.
Mi occupo di consulenza e terapia della coppia, per affrontare problemi di comunicazione, cambiamenti ed eventi che vanno a rompere gli equilibri interni alla relazione.
Svolgo, inoltre, attività di consulenza individuale, di coppia e di gruppo per coppie con problemi di sterilità/infertilità.
Mi occupo di consulenza e psicoterapia individuale, per aiutare le persone a fronteggiare il disagio psicologico legato a momenti particolari di vita, cambiamenti ed episodi traumatici, difficoltà relazionali che spesso sfociano in ansia, sensazione di non farcela, difficoltà a dormire, reazioni incontrollate e molto altro.
Con bambini e adolescenti lavoro in percorsi individuali brevi (10 incontri), con l'uso mirato del disegno, per fronteggiare diverse tipologie di disagio: ansia di separazione, difficoltà di relazione, disturbi del sonno e momenti particolari legati a cambiamenti importanti.
Organizzo e conduco progetti di prevenzione e cura del disagio psicologico all'interno delle scuole.
In particolare, negli ultimi anni, ho lavorato nelle scuole elementari del XIII e VIII Circolo di Bologna e sono stata consulente psicologa in progetti di prevenzione presso la Direzione Didattica di Castel San Pietro Terme, Bologna.avoro nelle scuole attraverso progetti di prevenzione e cura del disagio psicologico.
Il mio modo di lavorare
Generalmente i primi incontri, circa tre, servono a fare un primo quadro della situazione e a focalizzare il problema; si delinea la vita relazionale, in famiglia, sul lavoro. È il momento della conoscenza reciproca, dell'accoglienza del dolore, ma anche delle aspettative rispetto al lavoro psicologico.
È qui che si chiarisce se ci sono i presupposti per un lavoro più profondo, un percorso di psicoterapia che il terapeuta concorda con la persona rispetto agli obiettivi che ci pone, alle modalità e ai tempi.
Il benessere psicologico
A volte l'individuo riesce a gestire le difficoltà da solo o con l'aiuto di persone care e vicine; altre volte non riesce a capire quale sia il problema o quale sia la via d'uscita.
Consultare uno psicologo significa accettare di attraversare un momento difficile e di non riuscire a superarlo da soli. Rappresenta il primo passo verso una migliore conoscenza di sé, significa prendersi cura di se stessi globalmente.
Il lavoro psicologico è sempre mirato a ristabilire una condizione di benessere, inteso come quello stato di equilibrio interno alla persona, tra i suoi bisogni e le sue risorse e le richieste dell'ambiente in cui vive.
Non ci sono, quindi, problemi gravi e problemi banali. I problemi hanno tutti pari dignità nel momento in cui la persona li sente e sono sempre e comunque soggettivi.
La psicologia
Il termine psicologia deriva dal termine greco psychè, che significa anima, e da logos, che significa discorso, parola, studio.
Perciò, letteralmente, per psicologia si intende "studio dell'anima, parola dell'anima".
La psicologia studia il comportamento degli individui e i loro processi mentali. Si occupa dell'uomo nella sua globalità, non soltanto degli aspetti patologici del suo comportamento.
Chi è lo psicologo-psicoterapeuta?
Lo psicologo un professionista abilitato a svolgere attività di prevenzione, diagnosi, orientamento e sostegno psicologico alla persona, alla coppia, ai gruppi e alle famiglie.
Lo psicologo può condurre una Psicoterapia solo se ha conseguito l'ulteriore titolo di Psicoterapeuta. Si parla allora di Psicologo-psicoterapeuta.
Lo Psicologo, anche se Psicoterapeuta, non prescrive mai psicofarmaci, a differenza dello psichiatra.
Cos'è la psicoterapia?
È un intervento di cura del disagio psicologico che può riguardare la persona singola, la coppia, i gruppi e la famiglia.
Si attiva un processo di autoconoscenza e di ascolto di sé e dei propri bisogni, in altre parole si comincia a capire chi siamo, cosa vogliamo, perché facciamo certe scelte invece di altre e si comincia a guardare le cose anche da altri punti di vista.
È così che si avvia il processo di cambiamento.
Con chi lavora?
Collabora con altre figure professionali: il medico di base, il pediatra, lo psichiatra, il dietologo, con il giudice, l'avvocato, l'insegnante, l'assistente sociale, l'educatore professionale.
Chi si rivolge allo psicologo-psicoterapeuta?
Chiunque manifesti difficoltà esistenziali, lavorative, sessuali, psicosomatiche, affettive o familiari.
In genere vi ricorrono persone che manifestano disturbi di varia gravità (disturbi d'ansia, disturbi dell'umore, disturbi alimentari, disturbi specifici dell'età evolutiva), ma anche coloro che intendono semplicemente ampliare le proprie potenzialità, per migliorare ulteriormente il proprio modo di stare con gli altri, di lavorare o di vivere in famiglia.
Alcuni eventi legati al ciclo di vita possono compromettere lo stato di benessere; i momenti di transizione, come il costituirsi della coppia, la nascita di un figlio, l'adolescenza, o periodi di crisi, ad esempio nel rapporto genitori-figli, la perdita di una persona cara, problemi di coppia o una scelta di vita importante, possono rappresentare momenti particolarmente stressanti nella vita del singolo, della coppia o della famiglia.
L'aiuto di un esperto può permettere di ritrovare quelle competenze che le persone credono di non avere perché non riescono a riconoscerle in se stesse.
Il percorso breve con bambini e adolescenti
Si tratta di un ciclo di incontri in cui viene utilizzato prevalentemente lo strumento del disegno per attivare un dialogo con il bambino/adolescente.
Insieme al gioco il disegno rappresenta lo strumento espressivo privilegiato dal bambino e può essere utilizzato, in modo mirato, come facilitatore nell'espressione delle emozioni e come stimolo alla creatività.
Creatività: la radice latina di creare è la stessa del verbo crescere e significa far nascere qualcosa di nuovo, inventare, suscitare. La creatività quindi si ricollega sempre al nuovo e coincide col dar vita a qualcosa di buono.
Il comportamento problematico nel bambino è espressione della sua creatività negata, della sua unicità non riconosciuta, attraverso comportamenti provocatori e individualizzati rispetto al gruppo. Più il bambino ha difficoltà e più ha grandi talenti soffocati.
Attraverso l'atto del disegnare, il gesto personale, andiamo ad esprimere la nostra unicità.
Il disegno aiuta il bambino ad entrare nella propria storia, raccontarla e rileggerla attraverso i simboli e i colori.
In questa proposta d'intervento il disegno può aiutare il bambino a riconoscere e far emergere le proprie risorse e ad attivare il suo modo di far fronte alle difficoltà.
Problematiche:
difficoltà di apprendimento, problemi relazionali specifici, di comunicazione e integrazione, eventi traumatici o cambiamenti che creano disagio
10-15 incontri a cadenza settimanale di un'ora ciascuno.
Il lavoro con la famiglia
Quando i genitori si rivolgono a me per il disagio del loro bambino io coinvolgo tutta la famiglia, almeno nelle fasi iniziali, per conoscere il contesto relazionale di riferimento del bambino.
La terapia familiare
Considero la famiglia una risorsa fondamentale, senza la quale è difficile aiutare il bambino.
Credo che sia importante che la famiglia sia messa nelle condizioni di riconoscere ed attivare le proprie peculiari risorse e, guidata dal terapeuta, diventi contesto di cura e di crescita del bambino e di se stessa.
Per questi motivi, dopo i primi incontri di consulenza, posso valutare l'opportunità di consigliare un percorso di terapia familiare.
In questo tipo di percorso la durata degli incontri è di minimo un'ora e mezza e hanno una cadenza mensile o ogni tre settimane.
Eye Movement Desensitization and Reprocessing
L'EMDR è un metodo psicoterapico strutturato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che ad esperienze più comuni ma emotivamente stressanti.
È efficace nel trattamento di numerose psicopatologie, inclusi la depressione, l'ansia, le fobie, il lutto acuto, i sintomi somatici e le dipendenze.
La terapia EMDR ha come base teorica il modello AIP (Adaptive Information Processing) che affronta i ricordi non elaborati che possono dare origine a molte disfunzioni.
Infatti, traumi o perdite non risolti (causate da esperienze infantili ricorrenti, difficili ed emotivamente importanti) possono inibire la normale elaborazione dei ricordi, interferendo con i meccanismi di registrazione e immagazzinamento.
Durante il vissuto di un evento traumatico, le risposte biochimiche da esso elicitate (adrenalina, cortisolo, ecc...) bloccherebbero il sistema innato del cervello di elaborazione dell'informazione, lasciando isolate in una stasi neurobiologica le informazioni collegate al trauma, intrappolate in una rete neurale con le stesse emozioni, convinzioni e sensazioni fisiche che esistevano al momento dell'evento.
La mancata elaborazione dell'evento e delle sensazioni, emozioni, pensieri e convinzioni porterebbe al disagio, che si manifesta sotto forma di sintomi.
Il trattamento con l'EMDR favorirebbe una migliore integrazione tra l'esperienza emotiva e la rielaborazione cognitiva dell'evento stressante (all'EEG si vede che l'attivazione corticale si sposta dalla corteccia emotiva fronto-limbica alla corteccia associativa temporo-occipitale).
Il meccanismo d'azione sembra essere: associazione, ricollocazione e riconsolidamento.
La desensibilizzazione e il cambiamento di prospettiva in ambito cognitivo osservabili durante una seduta di EMDR riflettono l'elaborazione del ricordo dell'esperienza traumatica e quindi si osserva che il paziente per la prima volta vede il ricordo lontano, distante, modifica le valutazioni cognitive su di sé, incorporando emozioni adeguate alla situazione ed eliminando le sensazioni fisiche disturbanti.
I ricordi affrontati con l'EMDR si evolvono (transmutation) durante l'elaborazione e sono successivamente immagazzinati ancora attraverso un processo di riconsolidamento.
Il contributo maggiore che l'EMDR ha offerto alla psicoterapia consiste nell'aver trovato la modalità per accedere alle informazioni immagazzinate nella memoria, stimolare il meccanismo di elaborazione di queste informazioni, attraverso la stimolazione bilaterale alternata, e portarle ad una risoluzione adattiva.
Numerosi studi neurofisiologici hanno documentato i rapidi effetti post-trattamento EMDR.